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ricordi d'infanzia, tra bullismo e sopravvivenza

demonioSep 19, 2015, 11:02:41 AM
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Parlando ieri con una mia amica di bambini e ricordi d’infanzia mi è riaffiorato questo ricordo che è inserito in un periodo che fu per me molto difficile, compreso tra i 6 ed i 10 anni.

Ero nascosto dietro un muretto in attesa di vedere chi fosse che mi distruggeva le mie cose. Dall’altro lato del muretto, circa due metri più in basso c’era la mia “città”. In pratica era una montagnola di sabbia(di quella che usano i muratori per fare la calce) rimasta li su cui io giocavo per lo più da solo.

Nel mio gioco io creavo la mia città utilizzando tutto ciò che trovavo nei dintorni.Stavo in periferia per cui i cantieri abbondavano e coi foratini ci facevo grattaceli,pezzi di legno diventavano ponti. Facevo gallerie e strade e su tutto ciò facevo muovere le mie macchinine…o quel che ne restava di esse…

Ma qualcuno ogni giorno si divertiva a distruggermi tutto e quella volta ero deciso proprio a vedere chi fosse e a…punirlo.

Quindi ero li ,nascosto deciso e paziente. Di lato a me un sasso. E la mia attesa non fu vana. Infatti vennero in tre e iniziarono la loro opera devastatrice ignari di ciò che li aspettava.

Ed infatti ad un certo punto mi affacciai con il sasso in mano e lo lanciai di sotto. Centro! Ne presi uno proprio in testa. Non so come abbia fatto a sopravvivere…aveva la testa dura di sicuro. Ma gli feci un bello spacco lasciandolo interdetto in un lago di sangue. Scapparono.

Tornai a casa e tempo dieci minuti suonarono alla porta i genitori del “poverino” lanciando insulti verso i miei genitori e rimproverandoli di aver in casa chissà quale delinquente.

E presi la mia bella dose di botte e di punizioni. Ma, se non altro da quel giorno quei tre non si avvicinarono mai più ne a me ne alle mie cose.

Ok, ora detta così può sembrare che io fossi chissà quale mostro ma va fatta una premessa fondamentale per capire il mio comportamento.

Intanto va detto che io ero nato in Svizzera ed ero venuto qui all’età di 5 anni. Allora parlavo appena l’italiano essendo la mia prima lingua naturale il francese. L’italiano che parlavo era “puro” mentre quando arrivai qui gli altri bambini per lo più parlavano dialetto ed io molte cose proprio non le capivo.

Inoltre loro erano già padroni di tutte le parolaccie di questa terra ed io non le conoscevo e nemmeno le capivo. Tutto ciò unito al fatto che fossi “lo straniero” mi aveva inevitabilmente messo nella condizione di vittima predefinita.

Ero ingenuo e sprovveduto. Venivo da un mondo distante anni luce da quello loro in cui certe malizie erano impensabili. Come era impensabile che si rubasse. Fare a botte? Non sapevo nemmeno cosa fosse!

Invece catapultato nella nuova realtà in poco tempo scoprii che se davo qualche giocattolo aspettando che me lo ridessero poi non lo rivedevo più! Tutti me li rubarono! Ed imparai che sapevano picchiare e far finta di nulla.

I primi anni furono così. Prendevo botte da tutti e non solo…quando qualcuno faceva qualcosa e la cosa veniva sgamata dai grandi tutti davano la colpa a me! Insomma in breve tempo divenni quello cattivo da evitare.

Ero la vittima ma i genitori mi guardavano come fossi un mostro. Guai a chi toccasse i loro angioletti…Quando sento ancora oggi che i bambini sono tutti degli angeli mi incazzo! No, non è vero. I bambini sono dei prototipi di adulti e come questi potranno essere a loro volta dei perfetti stronzi ed avere innata una cattiveria assoluta.

E lo imparai sulla mia pelle. Tra l’altro non avevo nemmeno un fratello maggiore che mi difendesse e neppure un mio cugggggino! Ero solo. Mio padre stava spesso fuori casa per lavoro e mia madre aveva già i suoi guai. Insomma per farla breve mi tenevo tutto dentro e negavo che mi picchiassero.

Tra l’altro erano sempre almeno in due-tre. Ecco perchè poi col tempo diventai anche quello che iniziò a reagire. Vaffanculo…visto che tanto comunque davano sempre la colpa a me tanto valeva di farle davvero certe cose e le facevo si!

Per sopravvivere iniziai a vendicarmi ogni volta che potevo. E non crediate che fu facile perchè a me fare del male non piaceva. Ci stavo male dopo. Però servì perchè poi, pian piano iniziai a farmi rispettare e col rispetto arrivarono anche le amicizie.

I genitori no, quelli mi guardavano sempre storto poveri idioti. Perchè la verità è che si, fare il genitore sarà anche difficile però molti genitori idealizzano i propri figli a tal punto da mettersi davanti gli occhi enormi fette di prosciutto. I loro figli erano degli stronzi ma loro non si accorgevano di nulla ed anzi se potevano li difendevano.

Spesso mi hanno schiaffeggiato…roba che oggi il telefono azzurro impallidirebbe. Ma io sopportavo. Insomma, sebbene poi crescendo sono poi tornato ad essere quel buone e fesso che ero nato, guardandomi indietro se qualcuno mi chiedesse se sono pentito di aver quasi ammazzato quello stronzetto risponderei senza esitazione di no.

Non sono pentito affatto perchè solo io so quello che lui e tutti gli altri angioletti cocchi di mamma mi fecero passare!